Navigazione anonima sul web, hacker italiani svelano bug su Tor
Un gruppo di hacker italiani, che lavorano per una piccola impresa italiana operante nel settore della cybersicurezza, ha scoperto una falla, un bug su Tor che è il più noto e più utilizzato browser per la navigazione anonima sul web, ovverosia per accedere a siti che su Internet non sono indicizzati dai motori di ricerca.
A darne notizia prima di tutti è stata Repubblica.it nel rivelare, prima che le indiscrezioni fossero confermate, che l’azienda italiana di cybersicurezza ha scoperto un bug nel circuito crittografato che da tempo permette agli internauti, utilizzando Tor, di navigare sul cosiddetto web nascosto che spesso è anche il covo virtuale non solo di attivisti e di dissidenti, ma anche di trafficanti di droga.
A scoprire la falla su Tor, che è l’acronimo di The Onion Router, è stato Filippo Cavallarin, 35 anni, che è l’amministratore delegato della We are Segment, una società che è specializzata nella sicurezza informatica. Al bug è stato dato il nome di ‘TorMoil‘, e mette in serio rischio la natura stessa del browser per la navigazione nel cosiddetto deep web, ovverosia l’anonimato.
Tor non è però un sistema di navigazione e di comunicazione per criminali e tra criminali. Nei Paesi del mondo che sono ad elevato tasso di censura, infatti, Tor risulta essere il mezzo di comunicazione più utilizzato dai dissidenti locali e dalle Ong, ragion per cui il pericolo di uscire dall’anonimato potrebbe costar loro la vita. Anche per questo la We are Segment, scoprendo la falla, non ha voluto trarne profitto, anzi nel renderla pubblica Tor ha già provveduto mettendoci una pezza.