Murdoch fa sempre più parlare di sè per le sue sparate sul mondo di Internet. Ai più possono solo sembrare esternazioni insensate di un vecchio pazzo, ma io non la penso così. Murdoch infatti, dopo la recente volontà di far diventare il suo quotidiano online Telegraph a pagamento, riportando i conti molto all’attivo (soluzione che vedrà la luce entro la fine del 2010, in seguito ad un recente rinvio), ora ha fatto sapere che intende deindicizzare i propri siti web dai motori di ricerca, che secondo lui guadagnano alle spalle del lavoro altrui. Come non condividere, Google fa un sacco di soldi con gli annunci sponsorizzati sulle pagine dei risultati di ricerca, tuttavia bisogna far notare che buona parte delle visite e quindi dei guadagni dei siti web provengono proprio dai motori di ricerca. La percentuale di visitatori proveniente dai motori di ricerca è elevatissima per la maggior parte dei siti web, un po’ più bassa per i quotidiani o comunque tutto ciò che ha un popolare corrispettivo cartaceo, ed è quindi già ben noto al pubblico.
I giornali online di Murdoch, in particolare, vedono un buon terzo delle proprie visite provenire proprio dai motori di ricerca, percentuale non molto alta, ma che consiste comunque in qualche milione di persone ogni giorno. Che Murdoch sia quindi impazzito e voglia perdere molte visite solo per fare un dispetto a Google? No, Murdoch non è impazzito. E’ infatti in grado di far arrivare tantissime persone sui suoi siti web tramite campagne virali attraverso i suoi media tradizionali (per chi non lo conoscesse, consiglio di dare un’occhiata all’impero mediatico di Murdoch nel mondo).
Tramite questa mossa però ha dato un altro grande scossone a Google, in seguito ai vari ricevuti negli ultimi tempi, tra Bing e cause perse varie. In particolare, Murdoch vuol far notare a Google che non è detto che la sua posizione egemoniaca sia duratura: se tutti i grandi potenti lo abbandonassero per sfruttare solamente campagne di advertising tradizionali e portare in tal modo utenti, perderebbe gran parte del proprio business. Tutto questo senza però togliere a Google la posizione di centro nevralgico della rete: qualcosa che crea legami tra i vari siti web e che li renda facilmente raggiungibili da tutti deve esistere. E per ora, io lo vedo solo nei motori di ricerca.