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Un mercato che muoverà oltre un miliardo e mezzo di dollari nel 2020, campioni acclamati nei palazzetti a gran voce da fan di tutto il mondo, tornei con montepremi milionari, l’interesse del Comitato Olimpico Internazionale che potrebbe con la prospettiva di vederli presto come disciplina sportiva a pieno titolo: qualcuno ha un biglietto di presentazione migliore per gli eSports?

COSA SONO GLI eSPORTS?

Senza voler complicare troppo la questione, basterebbe definirli come competizioni di videogiochi che si svolgono fino ad un livello professionistico. Il tutto, come ormai qualsiasi aspetto della cultura digitale odierna, basato sulle community.

E se un particolare titolo raggiunge un seguito di appassionati importante, ecco allora che i tornei si trasformano in eventi globali dal seguito impressionante. Proprio come accade con gli sport tradizionali è possibile scommettere sugli eSports su Betway, trovarsi di fronte a rivalità già ben consolidate, avere il proprio (e)giocatore preferito. E il livello dei tornei, con organizzazioni al limite dell’impeccabile, è il miglior sport per questa discussa disciplina.

Un po’ come accade nel tennis, molti titoli si basano su tornei sparsi in tutto il mondo durante l’anno: a fine stagione, in una sorta di “Masters”, c’è poi l’evento finale che spesso si trasforma in una grande festa con giocatori provenienti da ogni parte del mondo.

QUALI SONO LE DISCIPLINE PIU’ POPOLARI DEGLI eSPORTS?

League of Legends può essere considerata la disciplina principe degli eSports, con 73 milioni di spettatori che hanno assistito alla finale dei “Worlds” di Pechino. Tanto per fare un esempio, le finals NBA più viste degli ultimi 20 anni si sono assestate sui 20 milioni di spettatori.

Counter-Strike: Global Offensive è un’altra disciplina particolarmente praticata, ma non vanno dimenticati anche altri titoli che fanno parte delle collezioni di videogiochi degli appassionati più comini. La saga di Call of Duty, ad esempio, con la relativa World League che ha coinvolto circa 160 squadre; o anche Rainbow Six-Siege, videogioco firmato Ubisoft e basato sui libri di Tom Clancy.

Ma c’è anche altro: Overwatch (che punta a creare vere e proprie franchigie in diverse città del mondo), Heroes of The Storm, Dota2 (con evento finale da circa 30 milioni di dollari di montepremi) e l’immancabile FIFA. Sì, perché gli eSports non riguardano solo sparatutto, picchiaduro e giochi di strategia, ma vanno a pescare anche nelle simulazioni sportive più famose nel panorama videoludico.

CHI SONO GLI ITALIANI PIU’ FAMOSI NEGLI eSPORTS?

Il movimento italiano è di certo in crescita, anche se non paragonabile soprattutto ad alcuni paesi asiatici. Nonostante ciò siamo stati capaci di esprimere picchi di rendimento davvero altissimi. Basti pensare a Daniele “Jiizuke” Di Mauro che nel torneo professionistico di League of Legends milita coi Vitality (un team francese) o anche a Ettore “Ettorito” Giannuzzi che si è piazzato secondo nelle “Finals” di Pro Evolution Soccer portando a casa 100mila dollari di montepremi.

C’è poi Luciano “Mose” Calvanico, campione europeo di Halo col Team Infused (Inglese), senza dimenticare due fuoriclasse come Lorenzo “Trastevere73” Doretti, campione del mondo di MotoGP eSport e Daniele “IcePrinsipe” Paolucci, numero uno a livello europeo di Fifa.