Che questo governo non fosse particolarmente liberale e favorevole alla libertà di stampa, opinione e pensiero, penso sia ormai ben noto a tutti. Ma che intervenga in questo modo, con una politica puramente terroristica, per incoraggiare chiunque abbia idee politiche differenti a tacere, a nascondersi o addirittura a vergognarsi, è totalmente sbagliato, oltre che anticostituzionale.
Mi spiego meglio, per chi non fosse informato riguardo alla notizia: sostanzialmente, un gruppo su Facebook contro il Presidente del Consiglio, dal titolo “Uccidiamo Berlusconi“, è stato messo in discussione dal Governo e ritenuto calunnia e diffamazione, e gli iscritti sono stati denunciati dallo Stato.I creatori del gruppo e gli iscritti sono stati etichettati perciò come violenti e perversi avversari che tramavano contro il Premier, come se il titolo “Uccidiamo Berlusconi” non fosse stato chiaramente sarcastico ed allegorico. Ma forse il nostro governo, tra magistrati da pedinare e costituzioni da riscrivere, non ha trovato il tempo per capire il significato intriseco del gruppo: l’intenzione non era certo quella di arruolare squadriglie pronte a sparare, ma bensì esprimere il proprio dissenso in modo provocatorio.
A questo punto però, un’altra domanda mi sorge spontanea: su Facebook esistono migliaia di gruppi, dedicati a politici di ogni fazione ma anche personaggi dello spettacolo e dello sport, che esprimono il proprio odio verso quella persona. I proprietari e gli iscritti verranno tutti denunciati? Sarebbero milioni di persone.
Inoltre vorrei anche far notare che questo evento dimostra quanto Facebook venga utilizzato dallo Stato, ma anche dalle aziende, per controllare il popolo e le persone nella loro vita privata e nella ricerca della loro personale opinione. D’altronde, praticamente tutti gli utilizzatori abituali di Facebook fanno conoscere i propri pensieri al mondo tramite questo mezzo. E questo, sinceramente, lo considero preoccupante: ne deriva che la prudenza nell’uso di Facebook non è mai troppa.