Facebook 15 anni dopo, come è cambiato il social network
Facebook 15 anni dopo, come è cambiato il social network

L’UNC, Unione Nazionale Consumatori, ha reso noto che, sul tema relativo alla pubblicità online, spesso camuffata attraverso l’uso dei social network, si è nuovamente rivolta all’Autorità Garante per la Concorrenza ed il Mercato (AGCM). E questo perché a fare pubblicità via web ed attraverso i social, senza adottare i necessari criteri di trasparenza, non sarebbero solo le grandi star, ovverosia quelle maggiormente conosciute dal pubblico, ma anche nuovi influencer che sono meno conosciuti, ma che allo stesso modo pubblicizzano in maniera più o meno velata dei prodotti senza fornire alcuna avvertenza.

Influencer e pubblicità online, la moral suasion dell’Antitrust è stata inefficace

Secondo l’Associazione dei Consumatori l’opera di moral suasion messa in atto nelle scorse settimane, da parte proprio dell’Antitrust, sulle attività di web marketing portate avanti da molti influencer, più o meno noti, a conti fatti non ha sortito gli effetti sperati.

In molti, secondo l’UNC, pubblicizzano i prodotti senza utilizzare in maniera appropriata gli hashtag al fine di avvertire i follower che il messaggio postato è di tipo promozionale. E quando ad esempio si utilizza l’hashtag #AD, questo viene posizionato in modo tale da essere poco visibile al pubblico. E così, dopo essere già intervenuta nello scorso mese di aprile, inviando una segnalazione all’Antitrust, l’Unione Nazionale Consumatori ha inviato all’Autorità un’integrazione ‘aggiungendo nuovi eclatanti casi’.

Social influencer hanno come follower migliaia di adolescenti

In accordo con quanto è stato dichiarato da Massimiliano Dona, il Presidente di UNC, attraverso i social network gli influencer pubblicizzano un po’ di tutto, dall’abbigliamento agli occhiali, e molto spesso come follower hanno migliaia di adolescenti con la conseguenza che la loro influenza sulle decisioni e sulle scelte di acquisto può essere ancora più pervasiva.