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Dopo la pandemia da Coronavirus la società ha subito numerose modifiche in molti settori della vita quotidiana, soprattutto nel mondo del lavoro. La presenza in ufficio, non rappresentando più una condizione necessaria per la propria professione, è stata sostituita dallo smart working fino a giungere all’hybrid work. Quest’ultima modalità combina le due tipologie di lavoro rendendolo più flessibile e dinamico. Queste tipologie di lavoro post pandemia apportano numerosi benefici anche a livello aziendale con un notevole abbattimento dei costi. Per quanto possa apparire vantaggioso e privilegiante, restare a lavorare comodamente da casa può diventare, a lungo termine, un vero e proprio incubo, inficiando il benessere psicofisico del dipendente e la qualità della vita. L’unico settore nel quale i benefici sono stati maggiori ed evidenti è l’ambito universitario, in questo caso si parla di DaD o didattica e-learning. Infatti, molti studenti universitari hanno optato per l’offerta dell’università telematica, le quali ben si prestano ad un equilibrio tra vita privata, lavoro e studio, come ad esempio l’Università Telematica Niccolò Cusano. Sono complessivamente 11 gli atenei telematici riconosciuti dal sistema universitario italiano.

Ad oggi, è stato confermato che molte aziende preferiscono mantenere lo smart working o favorire il lavoro ibrido in quanto non solo consente all’azienda di risparmiare su un volume di spesa consistente, avendo i loro dipendenti che “consumano” da casa, ma accrescere la quantità di lavoro prodotto quotidianamente. La tipologia di lavoro a distanza è diventata, dunque, una vera e propria trappola di sfruttamento ben giustificata dal lavoro a distanza, dove a fronte di straordinari non calcolati i dipendenti tendono a lavorare, giornalmente, circa 4/5 ore di più, almeno. Siamo, dunque, davvero di fronte ad una rivoluzione? Sicuramente è in atto un forte cambiamento che trova nella trasformazione tecnologica e nella pandemia la sua spinta propulsiva, ma questo nuovo modo di lavorare va necessariamente regolamentato a livello nazionale. In concomitanza bisogna ripensare agli spazi che devono essere più confortevoli e accoglienti e meno asettici. Infatti, molti studiosi sono concordi nell’affermare che l’ambiente sociale influenza la persona nella sua interezza e dunque anche le sue capacità. Importantissimi sono i corsi di formazione che devono essere più adatti alle esigenze di una società sempre più liquida (Bowman) e globalizzata, come la nostra. Dunque, senza un intervento legislativo che vada a disciplinare e tutelare i lavoratori, il rischio è di ritrovarsi dipendenti in burnout, o laddove le condizioni di lavoro continuino ad essere poco consone ad uno stile di vita sano, è sempre più possibile che l’azienda sarà vittima di una migrazione presso competitor con un’offerta  sicuramente più stimolante.

Dunque, sebbene le aziende abbiano la necessità di massimizzare il profitto e ridurre i costi, è altrettanto importante che venga garantito un reale work-life balance a tutela del lavoratore. Non è sufficiente la sola responsabilizzazione di questi ultimi in termini di autogestione del lavoro da casa, ma è necessario che i responsabili abbiano una reale contezza del giusto equilibrio tra la quantità di lavoro da svolgere ed il tempo necessario per svolgerlo. Per questo è importante optare per il lavoro ibrido così da renderlo  più flessibile, garantendo al contempo il benessere dei lavoratori, sia mentale che fisico. Vale la pena considerare anche questo secondo aspetto: lo smart working ha aumentato l’obesità o comunque fatto registrare un’elevata percentuale di sovrappeso.