Coloro che pensano che Facebook più che un social network sia, in realtà, un antiprivacy network sono sempre di più, e la pensano, cioè, esattamente come me. Questa azienda che ha ottenuto un’incredibile successo negli ultimi anni e che comunque, pur vivendo sulla partecipazione dei propri utenti, non si è mai curata molto dei loro interessi e delle loro richieste, da oggi si è pure aggiudicata l’ambito Big Brother Award come Peggiore Azienda Privata e come Tecnologia Più Invasiva.
L’azienda americana infatti rimane per me, e per molti altri, solo un metodo per “farsi i fatti degli altri” e va direttamente contro la tendenza di protezione e salvaguardia della propria privacy operata in questi anni dal garante italiano preposto a tale compito.
Ogni giorno di più infatti, per gli abituali fruitori di Facebook, è possibile notare l’incredibile tendenza di ciascuno ad inserire un numero sempre maggiore di foto, dati personali e fare ed accettare richieste di amicizia da chiunque, benchè non lo si conosca direttamente oppure non lo si conosca proprio.
Voglio solo ricordare la notizia di pochi giorni fa dell’arresto dell’attore comico che ha interpretato il ruolo di Billy Ballo nei video-demenziali di Mai Dire Martedì per abuso sessuale su minore: egli avrebbe infatti adescato una ragazzina di 13 anni conosciuta proprio tramite Facebook.
L’azienda è evidentemente stata premiata in seguito alle ultime – scandalose – notizie che vogliono l’azienda aver dato ai programmatori di tutte le varie applicazioni la possibilità di usufruire liberamente di tutte le informazioni personali immesse dagli utenti. Ma i premi le sono anche stati elargiti per la difficoltà di comunicazione presente tra utenti ed azienda, di cancellazione del proprio account e di difesa dei propri dati e privacy.
Si spera, evidentemente, che una società di tali dimensioni e, soprattutto, in grado di coinvolgere un numero così grande di persone, decida, finalmente, di fare qualcosa in merito per andare incontro alle esigenze dei propri utenti, che restano la sua unica fonte di guadagno e motivo di esistenza.