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Facebook e Instagram, i social perfetti per stanare chi evade il Fisco

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Social network, febbre digitale degli italiani sempre più alta
Social network, febbre digitale degli italiani sempre più alta

Avete acquistato un’auto di lusso e lo avete comunicato agli amici su Instagram e/o su Facebook pubblicando le foto? Ebbene, c’è da fare molta ma molta attenzione in quanto il vostro tenore di vita potrebbe essere monitorato dal Fisco con il conseguente rischio di controlli se si conduce una vita più agiata rispetto ai redditi dichiarati al Fisco.

Basti pensare che in Australia stanare gli evasori fiscali analizzando i post degli utenti su Instagram e su Facebook è oramai diventata una prassi. Al punto che solo nel 2015 l’Australian Taxation Office (ATO) grazie ai social è riuscito a recuperare la bellezza di tasse non pagate per un controvalore pari a 10 miliardi di dollari australiani.

L’Ufficio australiano delle tasse ha lanciato il progetto l’anno scorso dando subito i suoi frutti grazie ad una vera e propria squadra di specialisti che hanno raccolto dati chiave dai post pubblicati sui social network riguardo allo stile di vita dei residenti. Ad esempio, per chi evade le tasse può essere fatale la pubblicazione delle foto di una vacanza trascorsa in un resort di lusso, e/o la scelta reiterata di salire in aereo viaggiando in business class. E lo stesso dicasi per i figli che frequentano costosi istituti privati dove annualmente si pagano rette per decine di migliaia di dollari.

E se chi evade le tasse e viene pizzicato dall’ATO parla di violazione della privacy, e di un’attività di contrasto all’evasione utilizzando dei metodi illegali, in realtà dall’Ufficio australiano delle tasse fanno sapere che gli specialisti ricostruiscono lo stile di vita dei contribuenti utilizzando dati ed informazioni che sono disponibili ed accessibili a tutti, e che quindi sono in tutto e per tutto alla luce del sole. Da quando è iniziato il progetto in Australia ben 1.400 persone sono state tirate in ballo per accertamenti fiscali con alcune di queste che poi sono state pure condannate per reati penali gravi.