Con mezzo miliardo di utenti attivi e oltre 600 miliardi di pagine visitate mensilmente Facebook è diventato il social network delle grandi cifre, eclissando di fatto i diretti concorrenti. Cifre così importanti rappresentano il successo dell’azienda e un bacino di risorse che fa gola anche a individui intenzionati a speculare illecitamente. Proprio in queste ultime ore un tribunale del Quebec ha condannato Adam Guerbuez, uno spammer canadese, al pagamento di una sanzione di 873 milioni di dollari per aver inviato dal 2008 almeno 4 milioni di messaggi di spam tramite Facebook, una sanzione record per questo reato.
Ma se questo ed altri spammer sono stati scovati e condannati, numerosi altri si impegnano a infestare le caselle di posta degli utenti di Facebook, favoriti in qualche modo dalla politica della società di Mark Zuckeberg che troppo a lungo a rimandato importanti revisioni in materia di privacy e per questo più volte bacchettata dalle autorità competenti. In più, a rendere più facile l’attività degli spammer, si aggiunge la pigrizia e la superficialità degli utenti che poco si impegnano a configurare le impostazioni sulla privacy del profilo ed accettando tutte le richieste di amicizia, anche di perfetti sconosciuti.
Per evitare che i dati personali del nostro account Facebook facciano il giro del web ed essere sommersi di posta pubblicitaria indesiderata può essere utile seguire alcune semplici regole come:
- Rifiutare le richieste di amicizia di utenti sconosciuti: a volte gli spammer creano account fasulli presentandosi come bellissime ragazze, o sfruttano il nome di personaggi famosi; potrebbero utilizzare la vostra amicizia per prelevare informazioni personali.
- Non cliccare su link presenti in messaggi pubblicitari sospetti: spesso arrivano messaggi che annunciano rivelazioni straordinarie (come la fine del mondo secondo i Maya) , cure miracolose o video sensazionali e chiedono di cliccare su un link; questo metodo viene utilizzato per lo spam o il phishing. Di frequente questi messaggi sono in inglese o tradotti in un italiano quasi incomprensibile, sarà per questo più semplice riconoscerli ma non è una regola sempre valida!
- Avvertite gli amici: nel caso vi inviassero messaggi di spam avvertiteli di non farli girare più in futuro; lo spam infatti si diffonde viralmente anche grazie chi ci casca.
- Non fornire dati bancari se richiesti tramite messaggi: questo è valido per i messaggi ricevuti sui social network come per le e-mail; vi indirizzano verso una pagina che ha in tutto e per tutto l’aspetto di una pagina Facebook, di una banca o delle Poste Italiane e vi si chiede di inserire i dati di accesso al vostro conto; da anni banche e istituzioni avvertono che i dati personali non vengono mai richiesti tramite posta elettronica, e l’unico modo per accedere al proprio conto è tramite il sito istituzionale della propria banca.
- Link inviati da “amici” sconosciuti tramite la chat di Facebook: possono essere spam o phishing.
- E per ultimo ma non meno importante, curate la privacy del vostro profilo: settare le varie voci delle “impostazioni sulla privacy” in modo che solo gli amici possano visualizzarle darà più riservatezza ai vostri dati.